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"Non possiamo abitare in maniera infinita su un suolo che stiamo finendo"


Stefano, Chiara e il loro piccolo durante gli anni della pandemia hanno cambiato vita: e meno male!


Dopo averli ascoltati credo di avere un tassello in più per il puzzle che sto componendo al fine di conoscere chi stia portando avanti un progetto che parta dalla tutela del suolo e vada verso la condivisione delle sue risorse con la propria comunità locale. La loro storia mi insegna, e ci insegna, quanto sia ormai importante sostituire determinati valori con quelli che ci permetterebbero di non vivere in maniera infinita su un pianeta, su un suolo, che in realtà sono "finiti" o per meglio dire: che noi stiamo terminando (in alcuni casi anche sterminando).


Noi esseri umani non riusciamo proprio a capirlo; ma il fatto è che noi stessi siamo parte della natura e siamo suolo e siamo vita. Anche se dominati da un sistema suicida che per interessi personali economici e momentanei ci tiene lontani da natura e suolo per poterli mercificare più facilmente, sarebbe ora di aprire gli occhi e realizzare! Se il suolo ce lo propongono alla stregua di un oggetto inanimato, e non vita come è in realtà, allora è chiaro che il nuovo centro commerciale da 80.000 metri quadrati è destinato a diventare il dispenser di qualcosa che non avrà nulla a che vedere con l'alimentazione migliore, nutriente e sostenibile; sarà il re del nostro quartiere e noi i sudditi, ancora più felici se troviamo il carrellino con la testa da cavalluccio di plastica per infilarci i nostri figli che "così non rompono le balle, si divertono e possiamo fare la spesa in pace!"


Ma facciamocele rompere le balle! Perché hanno ragione loro, i nostri figli hanno capito tutto!


Quindi a parer mio, quei figli dobbiamo levarli dal carrellino col cavalluccio di plastica e tutti insieme, noi e loro, tocca che iniziamo a fare una vita più umana e naturale. E proprio per questo motivo un contadino è un valore immenso per la sua comunità, perché il suo lavoro può trasudare nell'accoglienza, nel generare nuova socialità, nell'educare, nel pensare alla semenza, nel seguire il suo terreno che va continuamente compreso perché cambia insieme a lui che cerca di migliorarlo; ma si può anche elevare a generatore di civiltà, di nuovo umanesimo e quei valori rinnovati che tutti noi dovremmo adottare per migliorare la nostra esistenza e quella del pianeta, ce li potrebbero mostrare proprio persone come Stefano e Chiara insieme a tutti coloro che hanno intorno e con i quali creano una rete di relazioni grazie alla quale la loro comunità può finalmente iniziare, pian piano, a comprendere l'ossimoro che vive e regna dentro un cubo di cemento che soffoca il suolo, ma all'interno del quale si vendono ormai solo prodotti eco-friendly e totalmente green!


Bisogna iniziare a sorridere di queste ipocrisie paradossali e, detto peggio, deve scattarci dentro l'atavico orgoglio primordiale da centurione romano che davanti al cubo grigio da 80.000 metri quadrati direbbe: "Aò, ma che è sta pecionata? Ma state a pià per culo me, voi, o tutt'e due insieme?!? No, ditemelo che così famo prima..."



Cliccate qui sotto per ascoltare la testimonianza di Rapa Bendata


 

Spero che questo mio lavoro vi ispiri affinché possiate iniziare a scegliere alimenti locali e vicini che per nascere, crescere e raggiungerci non consumino il nostro ambiente ma creino buona salute e della sana socialità. Se questa realtà si trova nella vostra zona contattatela per comprendere in che maniera potrete servirvi delle sue risorse oppure per ispirarvi e realizzare il vostro progetto.


La Rapa Bendata - Via Cassano 108, Serravalle Scrivia (Al)


La nostra terra e la vostra salute vi ringraziano.









 

CHIUNQUE SIA ARRIVATO FIN QUI, ORA POSSIEDE IL GRANDE POTERE DI DARE FORZA AL PROGETTO CONDIVIDENDO IL PIU' POSSIBILE QUESTA TESTIMONIANZA, AFFINCHE' AUMENTI SEMPRE PIU' IL NUMERO DI PERSONE CHE COMPIONO LE SCELTE GIUSTE PER LA PROPRIA SALUTE E PER QUELLA DELLA TERRA.

 
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