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Il suolo mi riporta alla realtà

Innanzitutto devo assolutamente scrivere che per me questi ragazzi sono sull'unica "strada" alimentare e ambientale percorribile senza incidere sulla natura e sulla salute alimentare e meno male che non demordono.


Grazie per quello che fate e per come lo fate.

Perché non vedrete mai un'immagine come questa in uno spot pubblicitario di alimenti industriali, e ripeto mai?


Ma per il semplice motivo che la terra, il suolo, la stessa vita che lui produce prima ancora di fare spuntare alimenti, non servono all'agricoltura industriale di prodotti da discount; le industrie alimentari non cercano vita per creare cibi vitali, ricchi di nutrienti, naturali e prodotti sostenibilmente, ma fanno esattamente il contrario perché altrimenti non guadagnerebbero così tanto spendendo così poco.


Ma se penso al fenomeno del "discount alimentare" devo pensare anche agli #industrialimenti che poi finiscono nel mio organismo, nel mio sangue o in quello dei miei familiari come i figli ad esempio; e allora devo assolutamente iniziare a chiedermi per quale motivo costino poco.


La risposta è molto semplice: valgono poco e quindi costano meno, però rendono miliardi a chi li produce senza rispettare ambiente e salute alimentare ed ecco perché sono sempre tutti così sorridenti nelle pubblicità; ci stanno fregando ma con i soldi in tasca e noi continuiamo a permetterglielo!

Voi credete veramente che tutti i V.I.P. famosi che appaiono nelle pubblicità di alimenti industriali e discount si nutrano di quegli stessi #industrialimenti e si servano in quei discount?


Negli spot tutti sorridono perché dal loro punto di vista è divertente: o no?!?

Incamerano milioni di euro vendendo sogni: è veramente esilarante! E quindi giù risate, famiglie felici e mulini da sogno.


Ma se per un attimo freniamo e riflettiamo, capiamo anche che se un #industrialimento costa poco è perché nutre poco; costa meno perché contiene materie prime alimentari scadenti; il prezzo è basso perché i processi industriali e di trasporto inquinano massicciamente ma nessuno presenta un conto "ambientale" da pagare a quelle aziende di alimenti industriali, per cui possono competere tra di loro al massimo ribasso consumando il nostro suolo e ambiente che a noi stanno però presentando "un conto" molto, ma molto più alto e che dovremo per forza pagare: pagare noi e non loro...


E giù risate negli spot pubblicitari...


E poi questi alimenti da scaffale costano poco perché contengono sostanze chimiche da laboratorio che non c'entrano nulla con la natura e soprattutto con quella del nostro organismo: non servono a noi servono a chi li produce, anzi spesso ci creano problemi di intolleranze se non disagi ancora più gravi, date un'occhiata a questo sito ufficiale e istituzionale https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_3_5.jsp?menu=notizie


Questi metodi di produzione industriale, i trasporti che attraversano Italia, Europa e mezzo mondo permettono agli #industrialimenti di durare infinitamente nel tempo (esattamente il contrario di ciò che avviene per un alimento realmente naturale), di essere venduti comunque ovunque e di essere ad esempio prodotti in uno stato, trasportati per il confezionamento in un altro, nuovamente trasportati e commercializzati in una terza nazione ancora: lo chiamano out-sourcing, globalizzazione, progresso.


E invece, l'unico vero progresso alimentare dovrebbe essere locale e non globale raggiungendo una qualità di coltivazione che non incida sul suolo e sull'ambiente; una qualità nutrizionale degli alimenti alta; una qualità di vita del contadino dignitosa; una qualità di vita delle comunità che si servono dai propri contadini locali che possono garantire relazioni e iniziative sociali che accomunino le persone; una didattica alimentare con esperienze per i più piccoli; eventi e svago per i più giovani.


E poi arriva il turno della chimica alimentare che entra in gioco negli #industrialimenti per farli "durare"di più, per renderli più colorati, più gustosi, più salati, più densi, più "cioccolatosi", più cremosi, più dolci, più soffici, più rigidi, più scuri, più chiari, più gommosi, più croccanti, più fragranti, più appetitosi, più "morbidosi", più succosi, più polposi, più "che hanno quel non so che...": tutto, ma proprio tutto tranne che alimenti naturali, come invece viene scritto ovunque sulle confezioni di plastica degli stessi #industrialimenti, venduti sugli scaffali di centri commerciali da 60.000 metri quadrati di cemento.


La grande responsabilità che ci spetta è quella di cercare terre pulite; dovremmo farlo esigendole nel nostro quartiere, nelle nostre città anziché da succubi preferire palazzi e asfalto; perché il suolo fa parte del nostro patrimonio ambientale e significa possibilità di migliorare salute alimentare, vita, futuro. È proprio la terra che, se sana, crea vita migliore, aria migliore, ambiente migliore, alimenti migliori e finalmente molto più nutrienti, ma chi la custodisce può solo essere un contadino vicino: una persona che possiamo conoscere, frequentare, vivere e della quale fidarci.


Altrimenti ci aspetta un mondo alimentare di plastica riciclata al 27,34%, colorato di verde e intriso di parole come "eco-friendly", "amici dell'ambiente", "green", "sostenibile", "il verde che aiuta il mondo": ma quale mondo? Ma quale verde?


Per questi e altri motivi sono certo che la forma della CSA (comunità a supporto dell'agricoltura), che crea un legame solidale e responsabile tra contadino, alimenti e comunità di clienti locali, rappresenti il futuro dell'alimentazione e indubitabilmente della salute nostra e del suolo, quindi dell'ambiente e quindi della vita: dobbiamo imparare (meglio se a scuola da piccoli), che quello che sottraiamo a suolo e natura in realtà lo stiamo levando a noi stessi.


Alla fine, ho compreso perché Elisa, de l'Ortino, nella testimonianza della quale potrete fruire qui sotto, mi abbia detto di preferire il contatto con la terra; dice che il suolo la placa e che la terra le concede tranquillità.


E meno male, dico io, così avete dato vita al vostro progetto!


Buona visione :)


Cliccate qui sotto per ascoltare la testimonianza "L'ortino"

Spero che questo mio lavoro vi ispiri affinché possiate iniziare a scegliere alimenti locali e vicini che per nascere, crescere e raggiungerci non consumino il nostro ambiente ma creino buona salute e della sana socialità. Se questa realtà si trova nella vostra zona contattatela per comprendere in che maniera potrete servirvi delle sue risorse oppure per ispirarvi e realizzare il vostro progetto.


"L'ortino" Località Molino San Pietro 2/A Menconico (PV)

Elisa 333 48 19 180

Riccardo 333 99 86 509


La nostra terra e la vostra salute vi ringraziano.


 



 

CHIUNQUE SIA ARRIVATO FIN QUI, ORA POSSIEDE IL GRANDE POTERE DI DARE FORZA AL PROGETTO CONDIVIDENDO IL PIU' POSSIBILE QUESTA TESTIMONIANZA, AFFINCHE' AUMENTI SEMPRE PIU' IL NUMERO DI PERSONE CHE COMPIONO LE SCELTE GIUSTE PER LA PROPRIA SALUTE E PER QUELLA DELLA TERRA.

 
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