L'inganno voluto dal nostro sistema alimentare industriale e mediatico, è quello di trattare terre, alimenti e natura come se fossero oggetti che possiedono semplicemente la funzione di soddisfare sogni ed esigenze create dallo stesso sistema che evita accuratamente di descrivere il suolo per quello che è realmente e cioè un accumulatore e quindi successivamente dispensatore di vita ambientale, alimentare e sociale: se lo facesse, capiremmo il trucco.
"Devitalizzando" le terre, non parlandone mai nei messaggi pubblicitari, gli alimenti si possono mercificare, pubblicizzare e commercializzare molto più facilmente alla stregua di oggetti come un frullatore, un televisore o un paio di scarpe, evitando di farci riflettere sul fatto che nella realtà naturale un lotto di suolo, se tutelato, diventa un lotto di vita del quale tutti noi possiamo e dobbiamo usufruire localmente. A questa finzione si aggiunge un sistema politico che agevola da sempre l'industria alimentare delle coltivazioni intensive ed estensive colpevole dell'impoverimento di alimenti, natura, del degrado nutrizionale e di quello culturale causato dalla macchina pubblicitaria che "colora tutto di green", compresi i nostri cervelli pur di vendere.
La pubblicità alimentare è ingolfata di neologismi e di termini pieni di significato che servono esclusivamente a farcire i nostri occhi affinché si nasconda il fatto che quegli alimenti, che si vedono negli spot, non possono possedere le caratteristiche contadine e naturali che promettono ma deve sembrare che sia invece proprio quello il loro valore. Per questo motivo i creativi fanno ogni volta lo slalom tra il dover dire e il non poter dichiarare le varie verità "sporche" che esistono nel meccanismo di produzione e distribuzione industriale; ed ecco che dalla creatività più diabolica nascono termini che devono colpire e centrare i nostri cuori e portafogli, facendo molta attenzione a non dichiarare e argomentare nulla di reale ma semplicemente favoleggiando sul mondo incantato al quale tutti loro sperano noi aneleremo come fossimo in coda dietro al pifferaio magico: ed è questo che purtroppo accade.
Ecco che si rubano ai loro veri significati parole e concetti come ricco, salutare, rispettoso della natura, sostenibile, buono, semplice, naturale oppure "italiano" parola spesso usata dai pubblicitari della comunicazione alimentare per raccontare le virtù inesistenti negli alimenti industriali e confezionati; un termine che non è assolutamente garanzia del fatto di “fare bene un prodotto” anche se lo scopo è convincere che lo sia. Molto più semplicemente il trucco è affittare un termine che in quello o in quell'altro spot è utile usare e, in questo caso, per sdoganare il prodotto in quanto “rispettoso”, “leale” e “nostro” cioè degli italiani, fatto dagli stessi italiani con materie prime italiane. Quando poi le leggi in vigore permettono alle stesse aziende di dire che i propri prodotti nascono con ingredienti “Italiani” mentre invece come molti prodotti che rappresentano l'eccellenza italiana, contengono materie prime che provengono dall'estero. Vi consiglio una lettura interessante “Denominazione di origine inventata”, le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani. Alberto Grandi, professore dell'Università di Parma, svela come i tantissimi prodotti tipici italiani siano accompagnati da storie e sapienza inventate molto più recentemente, espediente creato per combattere la crisi industriale degli anni Settanta.
Concludo ricordando che l'agricoltura sostenibile può essere solamente quella fatta nel proprio pezzo di terra dietro casa o quella dei contadini locali custodi delle terre e della biodiversità tanto dimenticata e guarda caso mai citata negli spot pubblicitari dell'industria alimentare, ma che invece dovremmo tutti noi imparare quanto sia l'unica "assicurazione sulla vita" che abbiamo a disposizione per nutrirci nel migliore dei modi con del cibo che sia vitale e proprio per questo la prima fonte di vera nutrizione e di cura: per questo motivo Gianni Fagnoli è un #eroediterra e meno male che, anche se con tanta fatica e sacrifici, esiste e porta avanti il suo podere.
Cliccate qui sotto per ascoltare la testimonianza di Gianni.
>>> Chi volesse sostenere la loro esperienza, può farlo su https://gofund.me/d4a5611b
Spero che questo mio lavoro vi ispiri affinché possiate iniziare a scegliere alimenti locali e vicini che per nascere, crescere e raggiungerci non consumino il nostro ambiente ma creino buona salute e della sana socialità. Se questa realtà si trova nella vostra zona contattatela per comprendere in che maniera potrete servirvi delle sue risorse oppure per ispirarvi e realizzare il vostro progetto.
Podere I Fondi, Via Monte di Re - Centoforche, Rocca San Casciano (Emilia-Romagna)
La nostra terra e la vostra salute vi ringraziano.
CHIUNQUE SIA ARRIVATO FIN QUI, ORA POSSIEDE IL GRANDE POTERE DI DARE FORZA AL PROGETTO CONDIVIDENDO IL PIU' POSSIBILE QUESTA TESTIMONIANZA, AFFINCHE' AUMENTI SEMPRE PIU' IL NUMERO DI PERSONE CHE COMPIONO LE SCELTE GIUSTE PER LA PROPRIA SALUTE E PER QUELLA DELLA TERRA.
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