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Non potevo mollare la terra

Aggiornamento: 18 set 2024



Sono ormai molti anni che mi occupo di alimentazione, intesa come approvvigionamento sostenibile, vita, ma anche civiltà contadina e suolo, consapevole della sua importanza per la nostra esistenza. Non so nemmeno esattamente perché ho intrapreso questo percorso, ma l'istinto mi ha guidato e continua a guidarmi nella diffusione di una verità fondamentale: il cibo è realmente la prima forma di cura che la natura ci offre, e per questo motivo deve essere prodotto in modo onesto, rispettando la nostra salute, il suolo e, quindi, la natura stessa per cui anche la nostra vita.


Da almeno settant'anni siamo disconnessi da quella natura che continua a fare il suo mestiere di creare vita in maniera forte e indipendente. Invece di indirizzarla correttamente affinché ci sostenga nella nostra esistenza, ci siamo illusi di essere gli esseri più intelligenti del pianeta, quando in realtà siamo solo un tassello di un sistema naturale molto più intelligente di noi tutti nella sua interezza. Essere direttori d'orchestra non significa essere l'orchestra, né tantomeno la musica, perché ciò che conta è la collaborazione. Con il suolo si collabora, e nessuno vince o perde; invece, l'agricoltura industriale distruttiva, invasiva e intossicante si prefigge di vincere sul suolo e sulla qualità della nutrizione per i meri interessi economici, sostenuti dalla macchina pubblicitaria che trasforma disastri agroecologici in oggetti commestibili apparentemente indispensabili e innocui, spacciati come amici dell'ambiente e del pianeta. Eppure, basterebbe riflettere anche solo sul luogo in cui questi prodotti vengono venduti: un cubo di cemento armato da 30.000 metri quadrati, che sottrae ai cittadini la possibilità di godere di spazi verdi pubblici. Quasi sempre, accanto a questo cubo di cemento, sorgono interi quartieri costruiti da palazzinari conniventi con il sistema politico di turno.


È difficile restare in silenzio di fronte ai disastri di un sistema alimentare che sta affondando un intero pianeta, compresi noi tutti. Per quanto mi riguarda, è veramente difficile e per questo continuo a raccogliere testimonianze contadine su questo sito, a fare documentari sui temi rurali, a scrivere un libro come quello che stiamo per pubblicare (link). Vedo limpidamente i paradossi, gli errori, di questa catena alimentare assurda, che se dovesse pagare per i danni che crea, non potrebbe permettersi di adottare prezzi da discount e sconti continui, che sono solo un miraggio. La differenza dovuta alle catastrofi create da quei signori del cibo la pagheremo solo e sempre noi tutti. Tuttavia, così come mi è chiaro questo meccanismo nascosto, non posso restare in silenzio di fronte al percorso di persone come Saverio e la sua compagna, che per me rappresentano l'essenza, la forza, la capacità del miglior seme necessario per dare vita a un futuro alimentare sostenibile, disponibile e accessibile, senza in alcun modo ricadere sull'esistenza di quell'elemento che è da sempre alla base della nostra vita: il suolo.


Cliccate qui sotto per ascoltare la testimonianza di "La Furibonda Farm House"




Spero che il mio lavoro vi ispiri affinché possiate iniziare a scegliere alimenti locali e vicini che per nascere, crescere e raggiungerci non consumino il nostro ambiente ma creino buona salute e della sana socialità. Se questa realtà si trova nella vostra zona contattatela per comprendere in che maniera potrete servirvi delle sue risorse oppure per ispirarvi e realizzare il vostro progetto.


La Furibonda Farm House - Contrada Valchiusa 40, Treia


 


 

CHIUNQUE SIA ARRIVATO FIN QUI, ORA POSSIEDE IL GRANDE POTERE DI DARE FORZA AL PROGETTO CONDIVIDENDO IL PIU' POSSIBILE QUESTA TESTIMONIANZA, AFFINCHE' AUMENTI SEMPRE PIU' IL NUMERO DI PERSONE CHE COMPIONO LE SCELTE GIUSTE PER LA PROPRIA SALUTE E PER QUELLA DELLA TERRA.

 

 
 
 

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Il gesto comune che connette la salute di terre, alimenti, socialità, diritti e vita, lo dobbiamo compiere sempre più noi cittadini insieme agli #eroiditerra, i custodi delle terre sane e locali, i protagonisti di questa inevitabile e già avviata rivoluzione naturale che alla fine, o prima della fine, ci salverà. Almeno due volte al giorno dobbiamo mangiare, se siamo fortunati, quindi perché non acquistare alimenti che per nascere cercano di non consumare la salute della terra, dell'ambiente e delle persone?

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