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"Siamo quello che non mangiamo"

(150 pagine - rilegatura brossura - copertina colore - pagine interne bianco/nero su carta beige da 60gr)

 

“Siamo quello che non mangiamo” fa parte di un progetto più ampio di raccolta fondi; le sue vendite contribuiranno a coprire le spese per la realizzazione del nostro secondo documentario indipendente. (informazioni sul primo lavoro sono fruibili a questo link: www.mappaterresane.it/rare)

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"Come è stato fatto quell’alimento? Non è che se costa così poco è perché vale poco?", "Perché le aziende dell'industria alimentare non pagano per i danni recati alla terra? E se lo facessero, i loro prodotti potrebbero essere venduti a prezzi così bassi?", "Non sarebbe più onesto indicare sulle confezioni di qualsiasi cibo la quantità di risorse naturali consumate e di inquinamento prodotto per realizzarlo?" Da acquirente alimentare, cerco di scegliere alimenti in base a un rapporto di conoscenza e fiducia verso chi li crea localmente in maniera sostenibile, evitando il più possibile di acquistare i cibi industriali protagonisti della pubblicità, inevitabilmente meno nutrienti e maggiormente insostenibili: questo fa bene a me ed è fondamentale per il suolo. Gli alimenti migliori hanno il valore della migliore nutrizione, perché sono la prima opportunità di cura che la Natura ci offre. Per questo motivo, il Suolo che li genera deve essere tutelato e vitale. Tuttavia, quando mettiamo le mani sul carrello della spesa, lo facciamo senza porci molte domande. Non riflettiamo, non perché siamo stupidi, ma perché la pubblicità, il vero esattore di un sistema alimentare industriale assurdo, ci distrae con due fette di salame che svolazzano in uno spot televisivo e atterrano davanti ai nostri occhi: trucchi paradossali che hanno il compito di non farci vedere la realtà. Ecco la ragione del titolo provocatorio “noi siamo quello che non mangiamo”; evitare l'alimentazione insostenibile è fondamentale per salvaguardare la nostra salute, la tutela del Suolo e quindi del Pianeta. In questo testo ho raccolto riflessioni maturate attraverso l’esperienza nata durante gli oltre 20 anni di lavoro in ambito televisivo nazionale ed estero, occupandomi anche di alimentazione e cibo sostenibile. Una raccolta di pensieri di un acquirente che ha compreso quanto sia fondamentale che le persone smettano di agire da consumatori – come vengono definite da un sistema alimentare industriale che realmente devasta il pianeta – per trasformarsi in “rigeneratori” alimentari attraverso cibi contadini, locali e a basso consumo di risorse naturali, costruendo così un futuro alimentare sostenibile. Il libro comprende anche i punti di vista di contadini e contadine che con le loro idee hanno arricchito e nobilitato il progetto; le ultime pagine sono invece dedicate a storie di cibi popolari e familiari le cui ricette mi sono state raccontate dai diretti interessati, spesso condividendo quello stesso cibo con coloro che ho avuto il piacere di conoscere durante gli anni in cui ho lavorato come inviato, autore e filmmaker per emittenti nazionali ed estere.

Siamo quello che non mangiamo

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